Un furto perfetto, un piano che sfida il destino… e una capitana determinata a fare giustizia. In una piccola banca, il denaro nero di imprenditori e commercianti giace nascosto, pronto per essere inviato nei paradisi fiscali. Quattro fiscalisti, maestri nel gioco dell’occultamento, custodiscono milioni di euro nelle cassette di sicurezza, ignari che qualcuno stia osservando da lontano. Max e i suoi amici, un gruppo di ladri esperti e cinici, hanno scoperto l’affare e pianificano il colpo del secolo: un furto in grande stile, calcolato al secondo, per impossessarsi di un tesoro nascosto sotto il naso delle autorità. Ma i loro piani si incroceranno con quelli di una capitana della Guardia di Finanza, Anna Bonfanti. Decisa a riscattarsi e a scoprire la verità, dovrà lottare contro i poteri che la ostacolano, ma anche con i suoi stessi demoni. Ma chi avrà la meglio? E a quale prezzo? Un thriller avvincente, dove il confine tra giustizia e crimine è più sottile di quanto sembri.
Titolo: Un buon lavoro
Autore: Maurizio Mos
Editore: AliRibelli
Genere: Giallo
Data pubblicazione: 1 Marzo 2025
Voto: 4.5/5
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Recensione
Ben tornati a tutti lettori, oggi torno a scrivere per parlarvi di una bellissima collaborazione con l’autore Maurizio Mos di cui ho avuto il piacere di leggere il suo ultimo libro “Un buon lavoro”, edito AliRibelli.
Nelle viscere silenziose di una piccola fortezza finanziaria, un’ombra si allunga sul denaro celato, segreto sussurro di fortune illecite in procinto di svanire oltre confine. Quattro custodi dell’invisibile, architetti di labirinti fiscali, vegliano inconsapevoli su un tesoro in cassaforte. Lontano, occhi esperti e animi temprati dal cinismo tessono la trama di un audace prelievo, una danza millimetrica con il fato, mirata al cuore pulsante della ricchezza occulta. Ma il loro disegno nell’ombra si scontra con la ferrea volontà di un’anima in cerca di redenzione, una capitana in divisa,
Anna Bonfanti. Avvolta nelle spire di segreti inconfessabili e combattuta tra ombre interiori, la sua sete di verità la spinge verso un inevitabile finale. Un giallo denso di incognite, dove la linea tra legge e ombra si fa pericolosamente labile.
Ho letto con grande piacere quest’ultimo romanzo, così come tutti i precedenti. Ritroviamo in prima linea, personaggi già incontrati in “Quella maledetta rapina” che qui tornano prepotentemente in scena. Portando un ulteriore elemento di coinvolgimento. Se già nel libro precedente il mistero era congegnato ad arte, in questo l’autore si è superato, offrendo personaggi ancora più sfaccettati e profondi.
La narrazione si sviluppa su più livelli che convergono, delineando tre direttrici principali: da un lato, chi all’interno della banca occulta e ricicla denaro sporco; dall’altro, la Guardia di Finanza che mira a smascherare i traffici illeciti; e infine, chi, venuto a conoscenza dell’esistenza di questo tesoro sommerso, trama per impadronirsene. Ciò che rende la lettura particolarmente avvincente è l’intrecciarsi di queste vicende parallele, che trascendono il semplice giallo per dar vita a una sovrapposizione narrativa ricca e perfettamente orchestrata.
La narrazione scorre con piacevole fluidità, sebbene, da lettrice, abbia notato una peculiarità nella suddivisione dei capitoli. I tre macro-blocchi intitolati “L’idea”, “La preparazione” e “Il lavoro”, pur presentando un’impostazione interessante, non offrono una segmentazione della lettura che, nonostante i paragrafi interni, possa dare un senso di “respiro” al termine di ognuno. Personalmente, e credo valga per altri lettori con simili preferenze, una maggiore suddivisione avrebbe alleggerito ulteriormente l’esperienza. Tuttavia, riconosco che questa scelta stilistica potrebbe rappresentare un vantaggio per altri. In ogni caso, la qualità della scrittura e la cura editoriale rendono la lettura estremamente agevole e godibile.
Ho trovato questo libro davvero notevole. È un giallo che si muove agilmente tra le dinamiche del poliziesco, con il ruolo investigativo affidato alla Guardia di Finanza. Apprezzabile la figura dei rapinatori, astuti e intelligenti, che preferiscono l’ingegno alla violenza per “sottrarre” a chi si crede più scaltro. Parallelamente, emerge un quadro di dirigenti che tentano di eludere le regole e di individui senza scrupoli, pronti a gesti estremi per affermare una presunta superiorità. La ricchezza di temi e sfumature è uno dei punti di forza di questo romanzo, merito della sapiente scrittura di Maurizio Mos.
In conclusione, un romanzo di pregevole fattura, dalla narrazione scorrevole, che ripropone personaggi del passato in una luce nuova e dinamica, ben radicati nel presente e con un potenziale narrativo ancora inesplorato. Mi auguro vivamente che l’autore prosegua su questa promettente strada. Un libro che sento di consigliare agli appassionati del genere giallo, poiché imbattersi in un’opera italiana di tale livello non è frequente, e quando accade, non si può che suggerirne la lettura con entusiasmo. Voto 4.5/5
