Intervista natalizia all’Autrice Angela D’Alia

Ben tornati a tutti lettori, eccoci qui con la quarta intervista del Calendario dell’Avvento in collaborazione con Be Strong Edizioni e Il Blog di Eleonora Marsella. Oggi parlerà di sé l’autrice Angela D’Alia, con cui abbiamo già avuto il piacere di chiacchierare nel Dicembre 2023, esattamente un anno fa.

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Oggi invece parleremo di altro, buona lettura.

Può parlarci dei suoi libri pubblicati fin ora?

Fino ad ora sono stati pubblicati due libri: Le nebbie del passato pubblicato il 4 settembre 2023 e L’eco del rimpianto pubblicato a maggio del 2024. Il primo è un romance ambientato nella Francia del 1852 e narra le vicende di una giovane donna, Michelle, trovata ferita e priva di memoria in una notte di pioggia e di Axel, il conte che la salva, che ingaggia una guerra con se stesso e i suoi sentimenti perché vorrebbe cedere all’amore per la protagonista ma ha paura a lasciarsi andare e questo gli farà assumere atteggiamenti e comportamenti spesso tossici nei confronti di Michelle. Intorno alla loro storia d’amore ruotano i familiari di Axel e un mistero legato al passato di Michelle che metterà a repentaglio più volte la sua vita.

Il secondo romanzo è ambientato a Valguarnera Caropepe, il mio paese, intorno al 2010. Narra la storia di Dalila, un’artista e di Andrea, un architetto. La loro storia d’amore nasce tra i banchi di scuola e poi si interrompe improvvisamente con la partenza di Andrea. Ma poi, dopo diciotto anni, lui ritorna e da qui inizia lo sbocciare del loro amore e soprattutto la rinascita di Dalila che si ritrova imprigionata in un matrimonio alquanto tossico. Grazie alla presenza di Andrea e all’amicizia di Antonio e Carla, Dalila troverà la forza e il coraggio per alzare la testa e lottare per realizzare se stessa.

Se dovesse consigliare un suo libro come regalo di Natale, a quale tipo di lettore lo suggerirebbe e perché?

I miei romanzi sono sicuramente perfetti per chi ama le storie d’amore ma anche per chi nella lettura cerca forti emozioni. In entrambi si parla di violenza sulle donne e della forza che le donne hanno per uscirne. Ne Le nebbie si parla maggiormente di violenza fisica in un’epoca in cui gli uomini non chiedevano il permesso per avere una donna, soprattutto se quest’ultima era sola, senza titolo e senza un uomo che la proteggesse. Ne L’eco si parla di una violenza più sottile e invisibile: quella psicologica e di quanto sia difficile riuscire a individuarla e trovare il coraggio per allontanarsi dall’aguzzino che tiene la compagna prigioniera in una gabbia dorata. Sicuramente sono due romanzi che spronano le donne a reagire e a fare in modo di trovare la forza per realizzare se stesse e liberarsi da chi le tiene “costrette a strisciare a terra come bruchi”.

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Quali sono i suoi ricordi più belli legati al Natale da bambina? Come questi ricordi hanno influenzato la sua scrittura?

Uno dei ricordi più belli è legato alla preparazione del presepe. Da bambina, mentre mia madre era al lavoro, trascorrevo le mie giornate a casa della nonna paterna circondata da zii e cugini. Quando si avvicinava il Natale mia zia Antonia preparava un presepe grande quanto mezza stanza e suo marito, zio Alfredo, mi portava su in veranda e insieme preparavamo le casette di cartone o la frutta con il Das da inserire nel presepe. Poi mia zia aiutava mia madre a fare un presepe altrettanto grande a casa nostra e quando sono cresciuta partecipavo attivamente alla modellazione della carta-roccia per fare le montagne o realizzare le vallate che accoglievano nei laghi i fiumi che facevamo scendere dai monti. E poi a Natale si stava tutti insieme, un giorno a casa dei nonni paterni e un giorno in quella dei nonni materni ed era una gran confusione di zii, cugini, cibo, giochi, voci che si sovrapponevano. Questa presenza rilevante e stretta dei familiari è confluita nella scrittura nell’importanza che spesso hanno la famiglia o gli amici nelle vicende dei protagonisti. Non a caso nel primo romanzo tutta la famiglia di Axel è presente costantemente negli avvenimenti dei due protagonisti, e nel secondo la famiglia di Dalila è costituita dai suoi più grandi amici. In entrambi mi piace cercare di far sentire il senso di unione e appartenenza che sentivo io da bambina, quella sensazione che ti fa pensare: «Può anche arrivare la fine del mondo ma io sono al sicuro protetta dall’amore della mia famiglia e tutto si risolverà per il meglio».

Quali sono i suoi libri natalizi preferiti e perché?

Non ho un libro natalizio specifico anche perché non avendo molto tempo per leggere durante il periodo scolastico, aspetto con ansia le vacanze per fare incetta delle letture che mi sono rimaste arretrate. Cime tempestose di Emily Brontë è una di quelle letture fatte durante il periodo natalizio e che mi è entrata nel cuore per la tragicità degli eventi e per la crudezza della vita anche davanti a un sentimento forte ed eterno come l’amore. Tornando indietro con la memoria ricordo di aver avuto tra le mani un libro con la raccolta di alcune delle fiabe più belle di Christian Andersen e la mia preferita era ambientata proprio a Natale: La piccola fiammiferaia. Ricordo che leggevo le parole e guardavo i bellissimi disegni, piangevo e rileggevo ancora e ancora quella fiaba più di altre, tanto che alla fine le pagine iniziarono a staccarsi. Credo che questa fiaba abbia influenzato la mia visione della vita e ancora oggi mi rimanda l’eco malinconica che mi lasciava dentro. Forse perché l’unione, le luci, la gioia del natale, servono a nascondere quella nostalgia che è adagiata nei nostri cuori e legata alla mancanza di persone importanti nelle nostre vite che non ci sono più.

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Quali sono stati gli obiettivi principali che si era prefissata per il 2024 come autrice? In che misura li ha raggiunti?

Sicuramente la pubblicazione del mio secondo romanzo. Se penso che il primo romanzo è rimasto chiuso in un cassetto per anni e che, dopo averlo pubblicato con la Be Strong Edizioni, finisco in tre mesi L’eco del rimpianto, iniziato anni prima, e viene pubblicato a distanza di otto mesi dal primo, posso sicuramente affermare di aver raggiunto pienamente i miei obiettivi

Quali sono stati i momenti più significativi dell’anno dal punto di vista della sua carriera di scrittrice?

Quest’anno è stato un anno eccezionale per me. Perché in pochissimo tempo ho preso parte a diverse presentazioni letterarie, interviste, ho partecipato al Book Pride a Milano e poi al Salone del libro di Torino, infine anche al Bukromance. Tutto un mondo nuovo per me. Ma il momento più emozionante è stato ricevere il Premio Speciale della Giuria al concorso lettereario Switzerland Literary Prize a Lugano. Così emozionante che ho pure dimenticato come si parla nel momento in cui sono stata chiamata sul palco.

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Quali sono i suoi progetti letterari per il 2025? Ci sono nuovi generi o temi che vorrebbe esplorare?

Spero per l’anno prossimo di mettere mano a un nuovo romanzo. Sono indecisa se iniziare una storia che mi frulla in mente da anni o se assecondare la vocina che mi preme dentro e dedicare un libro a Maurice, il fratello di Axel de Le nebbie del passato. Mi sono appassionata ai manicomi e al trattamento riservato alle donne nei secoli scorsi. E probabilmente qualcosina appresa finirà nelle mie prossime scritture.

Come si vede evolvere come scrittrice nei prossimi anni? Quali sono i suoi obiettivi a lungo termine?

Inizio rispondendo alla seconda domanda. Vorrei tanto avere più tempo per scrivere. Durante il periodo invernale non riesco a prendere carta e penna perché vengo totalmente assorbita dal mio lavoro e non ho la serenità mentale necessaria per scrivere. Sicuramente mi piacerebbe a lungo termine potermi svincolare un po’ per dedicare più tempo alla narrazione di storie. Conseguentemente mi piacerebbe vedere alla luce qualche altro mio scritto con un seguito di lettori pronto a conoscere i miei romanzi.

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