Mauro Drago è nato a Cefalù il 28 dicembre de 1974. Il suo approccio alla scrittura nasce dall’esigenza di scrivere e di scriversi, dall’amore per le parole e dalla convinzione che tutto ha un profumo che si può cogliere e che si può narrare e descrivere. Partecipa a diverse antologie letterarie tra le quali: “Il Federiciano” pubblicato dalla, Aletti Editore (2011); “Antologia Poetica Domenico Napoleone Vitale” pubblicata dall’Associazione Artemia (2011); “Tra un fiore colto e l’altro donato” pubblicato dalla Aletti Editore (2012); “Tuttinsieme” Pubblicata da Rupe Mutevoli Edizioni (2012); “Alda nel cuore” Pubblicata da Edizione Ursini (2015), “Primo raduno poetico regionale Città di Castellammare” Pubblicato dall’Associazione Culturale Peppino Caleca (2015), Antologia del premio “Nuovi scrittori Ermetici” (2016).
È stato selezionato nei seguenti concorsi: “Una Poesia per Eus” (2015); Pubblica “Allucinazioni poesie-romanzo” (2015) Midgard Editrice, con Roberto Turrisi, “Concetti complessi” (2015) Vitale Editore. Vince la medaglia d’oro per la poesia al “Premio Sicilia Letteraria” (2015), è stato menzionato alla terza edizione del Premio Nazionale di Poesia “Himera” (2015); Pubblica “Versi senza speranza” (2016) Edizioni Drepanum.
Quando hai capito che volevi diventare uno scrittore?
Quando ho scoperto che con le parole potevo esprimere le mie emozioni. Che potevo liberare, senza freni ogni pensiero che arrivava da chissà dove e che, attraverso la scrittura si materializzava in poesia o in racconti.
Cosa ti ispira a scrivere?
Non l’ho mai saputo veramente, a volte basta solo chiudere gli occhi e respirare profondamente. Basta fare un giro o magari un viaggio e senza capirlo, profumi, colori e luoghi ti danno gli spunti per un verso o per una trama o per la parte di un racconto.
A volte mi ispirano i sogni.
Qual è il tuo processo di scrittura e come ti organizzi per scrivere?
Butto giù la trama cercando di immaginare, attraverso un percorso temporale ben definito, quali potrebbero essere gli sviluppi della storia e quale potrebbe essere il finale, cercando di lanciare un messaggio che possa far riflettere il lettore.
Costruisco i personaggi cercando di mantenere, per tutta la storia, la loro personalità. Mi aiuto sfruttando le caratteristiche dei segni zodiacali.
Dapprima immagino i luoghi dove ambiento il romanzo, poi li visito per definirne i particolari e spesso da quelle visite trovo gli spunti per intrecciare la mia storia.
Come nasce “Le due metà di Yvette”?
Era l’inverno di cinque anni fa, cadde tanta di quella neve da non riuscire a uscire di casa, per più di due settimane. Lí, buttai giù i primi capitoli. Era come se Yvette stesse accanto a me a raccontarmi i suoi progetti, le sue passioni. Mi diceva ciò che amava di lei e poi senza volerlo cosa di lei detestava. Ipotizzai come potesse essere separare le sue caratteristiche caratteriali e farle vivere separatamente.
Quale scena hai amato maggiormente scrivere?
Nessuna in particolare e tutte. Lo so è riduttiva come risposta, ma ogni luogo e ogni avvenimento che ho descritto li ho amati profondamente dall’inizio alla fine.
Quale è stata invece più complessa?
Nessuna in particolare, tutto è avvenuto in maniera automatica, è stata una storia che voleva essere raccontata. Ho fatto davvero pochissimo sforzo. La mia fantasia mi ha diretto, rendendomi semplice il percorso per raggiungere il finale.
Progetti futuri?
Sto scrivendo un nuovo romanzo. Sono affacciato su un balcone di un antico palazzo che da sul porto di Marsiglia, e mi compiango per il fallimento della mia vita e per quell’amore perduto a Madrid, cercando “Le tue parole”
Qual è il tuo sogno letterario?
Riuscire a raccontare, in maniera elegante, una storia fatta di pura emozione. Imprimere tra le pagine sotto forma di prosa, profumi che ogni lettore possa cogliere attraverso le mie parole, e sentire la ruvidezza e la dolcezza dell’animo dei miei personaggi.
MuatyLand 
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