Un impresario di pompe funebri e un ragazzino finito in un grosso guaio sono i protagonisti di una storia che si consuma in un solo giorno ad Alessandria. Pietro Ventura e la sua famiglia affrontano la consueta routine di “una giornata da becchini” in cui le vicende dei vivi incrociano quelle dei morti e di alcune presenze benevole, quando accade l’inaspettato. Un giardino di transito per l’Aldilà accoglie uomini, donne, bambini e animali al centro di eventi straordinari eppure intimamente connessi a ognuno di noi. La tenerezza e l’ironia sono gli ingredienti di un romanzo lieve e delicato che svela più di una verità.
Titolo: Qualcosa nascosto
Autore: Marco Bagliano e Susanna De Ciechi
Editore: Manni editori
Genere: Narrativa contemporanea
Data pubblicazione: 5 Maggio 2022
Voto: 5/5
Cartaceo -> 18,50€
Recensione
Ben tornati a tutti lettori, oggi sono qui per parlarvi del primo libro da me letto della casa editrice Manni Editori. Il libro in questione è “Qualcosa nascosto” di Marco Bagliano e Susanna De Ciechi.
La storia si svolge quasi completamente all’interno dell’agenzia di pompe funebri Ventura, ad Alessandria. S’intrecciano le storie di numerosi personaggi, tutti di età diverse e tutti collegati dall’attività di famiglia. Conosciamo le loro vicende personali, i loro sentimenti relativi al mestiere che svolgono con serietà e dedizione da anni. Possiamo sbirciare nel loro passato, cogliere le loro fragilità. La curiosità è che Marco Bagliano l’autore, vive ad Alessandria dove gestisce con la famiglia una storica impresa di onoranze funebri.
La morte e la vita sono strettamente intrecciate, come un fusto lungo cui i rami di una pianta rampicante crescono, si allungano facendosi strada verso un oltre a loro sconosciuto. Questo binomio scorre lungo tutto il racconto, con una delicatezza disarmante. Culla il lettore come se delle ali di farfalla lo sfiorassero in un pomeriggio in campagna, all’ombra dell’Acacia piantata dal nonno che ora non c’è più.
La Casa funeraria dei Ventura è un luogo di passaggio: all’interno vi è la Strettoia, percorso che le anime seguono per recarsi nell’Aldilà e i Ventura tengono unite la vita eterna dei defunti e le vite dei familiari, conoscenti, amici affranti e spaesati.
Piacevole da leggere e dai tratti sensibili. Un romanzo che affronta il tema della morte in maniera umana, con tatto e rispetto per i defunti, ma anche rispettando i sentimenti di chi li ha persi. Perché come dice una mia cara amica “il problema non è di chi se ne è andato, il problema ora è di chi è rimasto”. Il vuoto che si prova dopo una perdita, la quotidianità stravolta e gli oggetti, o una semplice parola ricordano chi non c’è più. Continuare ad annusare gli abiti per sentirne il profumo, come se fosse veramente al nostro fianco, ma oltre un velo invisibile che non ci consente di vederlo, è esattamente quello che prova chi vive un lutto. Un dolore dilaniante, profondo, viscerale. Un senso di vuoto che fa sentire il peso della gravità terrestre come se fossi su un altro pianeta.
Vengono raccontate le storie delle anime di passaggio all’interno della Casa, ognuna speciale e degna di un ricordo e la sensibilità dei Ventura è così forte da fondere le anime con la realtà. Una lettura che vi consiglio per ciò che racconta e per come lo fa. Forse mi sarà di aiuto per superare il primo anniversario di addio a mio nonno? Quello che è sicuro è che a pochi giorni da questo giorno, ho avuto la fortuna di leggere un romanzo che con delicatezza tocca queste tematiche. Complimenti agli autori e tanto di cappello a loro per ciò che sono riusciti a far fluire dal proprio animo, per l’intelligenza e la generosità nel concederla a noi lettori.
Voto 5/5
