In “La poesia è cyberpunk”, l’autrice Stefania Lucchetti descrive la scrittura come un atto intimo e necessario per catturare il senso profondo dell’esistenza. La poesia, in particolare, è un modo per rallentare, un atto di resistenza contro la velocità e la superficialità del mondo moderno.
Lucchetti la definisce un ritorno radicale al presente, un esercizio di cura e attenzione che aiuta a riconnettersi con ciò che ci circonda. Scrivere, per l’autrice, è un modo per creare uno spazio di incontro e risonanza, dove il testo si arricchisce delle esperienze di chi legge. Un aspetto fondamentale della sua opera è la dimensione bilingue, che permette di esplorare nuove sfumature e mettere in dialogo mondi diversi, ritrovando un’unica radice nell’umanità che ci accomuna. Per Lucchetti, ogni parola scelta è un ponte tra l’anima e il pensiero, un atto di creazione e rivelazione che trascende il tempo e lo spazio.
