Recensione “La vendetta degli Dei” di Hannah Lynn

Regina dal potere sconfinato, moglie assassina e vendicatrice, madre tradita e amorevole, figura capace di slanci e sentimenti di grande intensità o donna crudele e senza cuore? È davvero difficile provare empatia per una donna che tradisce il marito, Agamennone, e che lo uccide al suo ritorno da Troia assieme al proprio amante, senza conoscere fino in fondo le sofferenze a cui è stata sottoposta fin dalla giovane età. Una donna che ha dovuto sopportare l’omicidio del precedente marito e del figlio uccisi brutalmente, l’assassinio della figlia Ifigenia sacrificata con l’inganno agli dei dal padre. Senza contare le umiliazioni pubbliche, i soprusi e gli abusi a cui la regina di Micene deve sottostare per il bene pubblico. E così, in un racconto appassionante e commovente, Clitennestra assume sembianze di una modernità impressionante e il lettore si ritrova avvinto da una spirale di odio, amore, violenza e spargimenti di sangue di familiari che non ha eguali nella mitologia greca.

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Titolo: La vendetta degli Dei
Autore: Hannah Lynn
Editore: Newton Compton Editore
Genere: Retelling
Data pubblicazione: 1 Ottobre 2024
Voto: 4.5/5

Classificazione: 4.5 su 5.
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Recensione

Bentornati, lettori! Oggi sono qui per condividere una nuova recensione. Dopo aver letto “Il segreto di Medusa“, ho proseguito con “La vendetta degli dei“, sempre della talentuosa Hannah Lynn e pubblicato in Italia da Newton Compton Editori.

Clitennestra è una figura complessa e controversa della mitologia greca, difficile da giudicare. Se da un lato è ricordata per aver tradito e ucciso il marito Agamennone al suo ritorno da Troia, dall’altro la sua storia rivela un passato di indicibili sofferenze.

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Ammetto che, dopo il romanzo precedente, le mie aspettative erano altissime, e sono state pienamente ripagate. Non avendo una formazione classica, la mia conoscenza del pantheon greco e delle sue figure chiave è piuttosto limitata, perciò la storia di Clitennestra mi era completamente sconosciuta.

Fin dalle prime pagine, il romanzo presenta Clitennestra come una donna segnata, sia nel corpo che nello spirito. Si percepisce immediatamente che ha subito molto più di quanto venga inizialmente rivelato, e queste verità emergono gradualmente nel corso della lettura. Proprio il fatto di non conoscere la sua storia ha reso ogni rivelazione un’autentica scoperta per me, diversamente da chi, già familiarizzando con il mito, potrebbe viverle in una sorta di “attesa”.

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L’autrice ha dimostrato una notevole maestria nel dosare ogni dettaglio. I capitoli, brevi e concisi, permettono alla storia di svilupparsi fluidamente attraverso molti anni senza mai risultare noiosa, focalizzandosi sugli eventi cruciali.

In particolare, ho apprezzato l’accurata analisi degli aspetti psicologici dei personaggi, mostrando come personalità diverse possano reagire in modi distinti di fronte a eventi atroci, talvolta arrivando a giustificarli o a ignorarli. Spesso mi sono chiesta perché Clitennestra non potesse trovare pace, considerando che tutte le sue azioni erano volte a proteggere i figli da pericoli, sia umani che divini.

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Tuttavia, sono proprio gli dei a orchestrare gran parte della vicenda, tessendo le fila degli eventi fino alla fine. Anche quando si trovano in difficoltà, sono loro a trovare le soluzioni ai propri problemi, influenzando il destino dei mortali in modo determinante.

Andando al cuore del romanzo, il libro non si limita a narrare la storia di Clitennestra, ma ne rivela la sua verità più profonda. Sposata per amore, Clitennestra subisce la brutale uccisione del marito e del figlio appena nato per essere costretta a unirsi in matrimonio con Agamennone. Per anni, lui la violenta nel corpo e nell’anima. Dalla loro unione nascono quattro figli, ma la primogenita viene ingannata e sacrificata da Agamennone stesso per placare una dea adirata. Clitennestra rivive il dolore lancinante della perdita: porta il corpo della figlia, stringendolo tra le braccia, lungo la “collina del tempo” e oltre il mare, per seppellirla finalmente a casa.

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Mentre il marito è lontano, regna da sola. In questo periodo, trova una vera amicizia che sboccia in amore. Ma al ritorno di Agamennone, la sua crudeltà si abbatte nuovamente sui figli e, per di più, egli arriva con una giovane donna, intenzionato a sostituirla sul trono.

A questo punto, Clitennestra prende una decisione estrema: uccidere il marito è l’unico modo per proteggere il futuro dei suoi figli. E così fa, finendo per uccidere anche l’amante di Agamennone. Tuttavia, una delle sue figlie, sempre fedele al padre nonostante i soprusi, fugge con il fratellino più piccolo dallo zio paterno, oltre il mare. Per Clitennestra è l’ennesima tragedia, la perdita di altri due figli.

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Ma nel suo grembo sta già crescendo il suo ultimo figlio, frutto dell’amore, nato nonostante l’età avanzata. Lo cresce con la speranza che il figlio erede torni sul suo trono. Purtroppo, gli dei intervengono, spingendo quest’ultimo, un animo puro e dolce, a vendicare il padre uccidendo la madre. Lui rimanda l’inevitabile per anni, ma alla fine, costretto, dovrà compiere l’atto.

La vendetta di Clitennestra contro Agamennone è il motore centrale della storia, ma il libro indaga anche il concetto di giustizia, sia quella umana che quella divina, e come queste due possano scontrarsi o influenzarsi a vicenda. Gli dei non sono semplici spettatori, ma figure attive che tessono le fila del destino dei mortali, portando a eventi tragici e inevitabili. Questo solleva domande sulla libertà di scelta e sul fatalismo.

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Il romanzo esplora profondamente come le sofferenze subite (perdite familiari, abusi, tradimenti) possano forgiare una persona e spingerla a decisioni estreme. La figura di Clitennestra diventa un’incarnazione del dolore che cerca disperatamente una via d’uscita. Un tema ricorrente è l’amore materno di Clitennestra e i suoi sforzi per proteggere i figli, anche a costo di atti estremi. Questo si contrappone al tradimento e alla violenza subita dal marito. Viene esplorato il lato oscuro del potere, le sue dinamiche e come esso possa portare a tradimenti e abusi, sia all’interno della famiglia reale che nel contesto più ampio della società.

Il libro offre una reinterpretazione moderna di Clitennestra, allontanandosi dalla semplice immagine di “moglie assassina” per esplorare le sue molteplici sfaccettature: regina, moglie, madre, amante, e figura tragica. Si cerca di suscitare empatia per le sue azioni, nonostante la loro brutalità. La narrazione è intrisa di una spirale di emozioni intense all’interno della famiglia: amore profondo, odio viscerale, violenza e spargimenti di sangue tra parenti, elementi che rendono la storia particolarmente avvincente.


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In definitiva, questo è un libro ricco di sfaccettature che offre numerosi spunti di riflessione su ciò che è giustificabile, giusto o sbagliato, soprattutto in relazione agli eventi che ne precedono altri. Si tratta di un retelling eccezionale, capace di non deludere le aspettative. Lo consiglio vivamente a chiunque cerchi una lettura profonda e coinvolgente.

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2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    conoscendo la tragedia dell’elettra e la figura di clitennestra, trovo molto pericoloso rendere questa donna una madre che uccide per i figli

    al massimo uccide lo stronzo che ha ucciso (o quasi, a seconda delle versione) la figlia ifigenia e torna dalla guerra pure con la concubina

    "Mi piace"

    1. Muaty ha detto:

      Il libro è molto più profondo e tocca diverse tematiche, sarebbe molto riduttivo in entrambi i casi da te citati

      Piace a 1 persona

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