Linda Scaffidi: “La mia insegnante delle elementari spesso mi diceva che scrivevo romanzi, non riassunti” #Intervista

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Linda Scaffidi è nata a Palermo nel 1978 dove si è laureata in Mediazione Linguistica. Attualmente tiene corsi di inglese e interna-
zionalizzazione per aziende. Nel 2014 ha esordito come scrittrice con il romanzo Muri e Maschere, edito da Booksalad. Ha poi pubblicato, sempre con Booksalad, due racconti brevi nelle antologie: Ogni Maledetta Estate nel 2014 e Dai Un Morso a Chi Vuoi tu nel 2016. Il suo secondo romanzo Gli alberi non hanno freddo è stato pubblicato da Bertoni editore nel 2020.

Quando ha iniziato a scrivere? Cosa l’ha spinta a intraprendere questo percorso?

Ho sempre amato scrivere; la mia insegnante delle elementari spesso mi diceva che scrivevo romanzi, non riassunti; anche se non le coglievo appieno, le sue parole, puntualmente, mi riempivano d’orgoglio. La scrittura mi offre la possibilità di spingermi oltre i miei confini: i miei personaggi sono infinite possibilità che non si sono, per me, concretizzate; grazie a loro, supero limiti che ho scrutato da molto lontano. L’idea di superare queste frontiere mi attrae poiché, al di là di esse, inizia il mistero sul quale il romanzo s’interroga.

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Ha una routine di scrittura? In che modo si organizza per scrivere?

Cerco di scrivere ogni giorno, compatibilmente con i miei impegni lavorativi. Mi capita di scrivere la sera tardi, oppure la mattina presto, prima d’iniziare la giornata.

Come nasce l’idea per il suo ultimo romanzo?

“La numismatica detective” nasce dal mio amore per l’arte e per la storia antica. Ho scelto le monete come soggetto perché sono forse la più piccola forma d’arte, e per questo la meno celebrata. Dopo molte ricerche, ho scoperto che le monete antiche sono un patrimonio inestimabile: testimoni del loro tempo, correggono date errate della storia antica, rettificano false leggende: sono espressioni artistiche vere e proprie, come lo sono i monumenti.

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Da dove è nata l’idea di far diventare una numismatica la protagonista di un giallo? Cosa l’ha attratta di questa professione?

Quella del numismatico è una professione che abbraccia storia, arte e archeologia, discipline poco battute nei gialli. Inserire una “numismatica detective” nella narrazione mi è sembra un’idea calzante, ha aggiunto originalità alla trama.

Ha dovuto fare una ricerca approfondita sulla numismatica per scrivere questo romanzo? Quali sono state le maggiori difficoltà?

Ho dedicato parecchio tempo a documentarmi in materia di numismatica; ho letto svariati testi, e ho anche condotto ricerche su internet e preso in prestito manuali dalla biblioteca centrale della mia città. Dopo aver redatto pagine su pagine di appunti, ho iniziato la stesura del romanzo. Le difficoltà sono state innumerevoli: far funzionare la trama nel suo insieme credo sia stata l’impresa più ardua.

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Come è nato il contrasto tra la vita apparentemente tranquilla di Aurelia e il mondo oscuro in cui si trova coinvolta?

Aurelia, con la sua professione di numismatica, opera in un mercato “pulito”, dove ogni pezzo acquistato e rivenduto proviene da possessori onesti e in buona fede. Sfortunatamente, il mercato delle opere d’arte (e quello della numismatica non fa eccezione) ne ha sempre avuto uno parallelo: un mercato nero, dove trovano terreno fertile tombaroli e trafficanti d’arte. Nonostante le mille cautele, Aurelia verrà incolpata di aver trafugato reperti storici di inestimabile valore e si vedrà costretta ad andare fino in fondo alla vicenda per dimostrare la propria estraneità ai fatti. Proprio come nella vita, il lecito l’illecito – a volte – sono separati da un sottile confine.

Perché ha scelto Siracusa come ambientazione? Quali sono gli elementi di questa città che l’hanno ispirata?

Siracusa era la capitale della Magna Grecia, nel V secolo a.C. rivaleggiava con Atene per potenza e ricchezza. Mostra ancora oggi il suo antico splendore attraverso le rovine storiche, nella città e nell’area archeologica; ho immaginato un tesoro nascosto, da qualche parte in quelle sue profonde viscere, che per secoli ha atteso di essere trovato, e una banda di tombaroli pronti a localizzarlo e a disseppellirlo: mi è parsa un’ambientazione più che calzante.

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Ci sono autori che l’hanno particolarmente influenzata?

Uno scrittore a cui sono legatissima è Leonardo Sciascia, prosatore raffinato e grande idealista. Ho amato molto i romanzi di Pratolini, Pontiggia, Calvino e Fogazzaro. Tra i contemporanei: Starnone, Ferrante, Kader Abdolah e Orhan Pamuk. Amo le poesie di Emily Dickinson e Ada Negri.

Progetti futuri?

Al momento, sto progettando il seguito de “La numismatica detective”: ho già molti elementi efficaci per scrivere un nuovo caso, perfetto per la nostra Aurelia. Al contempo, sto terminando le correzioni su un mio nuovo romanzo, che è un’ode alla poesia, e che ha come protagonista un ragazzo marocchino, nato e cresciuto a Palermo.

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