Quando ha iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere nel 2015, in realtà un po’ per gioco. Ero appena stata alla presentazione del primo libro di una mia amica che non sapevo scrivesse e tutto quello che ho ascoltato e visto in quella serata di mondanità culturale mi ha fatto venire voglia di mettermi in gioco.
Amo comunque la scrittura da sempre; quando ero bambina riportavo sui miei quaderni la sintesi di giornate che mi erano piaciute particolarmente, di emozioni, viaggi e vacanze. E me la cavavo bene, la mia maestra solitamente fotocopiava I miei lavori ed io ero molto orgogliosa di questo.
Qual è il suo processo di scrittura?
In realtà non ho regole precise, nessuno schema e nessun tempo prestabilito né per l’ora della giornata in cui mi metto a scrivere, né per la frequenza con la quale lo faccio e nemmeno per la durata stessa della stesura. Vado molto a caso, rileggo molte volte quello che scrivo che comunque va principalmente di getto. Ovviamente ho qualche ispirazione e da questa parto solitamente per scrivere la storia. Prima della trama però scelgo sempre il luogo in cui ambientarla che può essere un luogo che ho frequentato e amato particolarmente o che vorrei visitare.
Qual è il libro che predilige tra i suoi?
Penso La memoria del fuoco, quello che mi trova più matura nella forma e nello stile, con una trama seducente e complicata. Romantico e truce al tempo stesso. Lì dentro si trovano I personaggi che amo di più. E poi il mondo del circo, itinerante e misterioso.
C’è un personaggio basato su una persona reale?
Direi di no, tutti I miei personaggi sono frutto di fantasia. Diciamo che ho messo qualcosa di me nelle tre protagoniste – Greta, Celeste, Alma – ma unicamente qualche lieve e sottile caratteristica del mio carattere.
C’è un messaggio particolare che spera che i lettori recepiscano dai suoi romanzi?
Sono romanzi dalla trama piuttosto intricata che raggruppano più generi ma non vogliono insegnare assolutamente nulla. Spero solo che I lettori ne rimangano ammaliati per la trama
Come definirebbe il suo stile di scrittura?
Uno stile narrativo semplice, privo di parole altosonanti, che non ama I dialoghi ma predilige le parti descrittive. Lo trovo anche piuttosto accattivante e capace di incuriosire il lettore nei punti giusti. Lo definirei, diciamo, avvolgente…
Secondo lei, quali sono le sfide più grandi per gli scrittori oggi?
Il mondo è pieno di gente che scrive, in molti si improvvisano scrittori e ovviamente il mercato ne risente. La sfida è farsi notare per le proprie particolarità e riuscire a mantenerle, senza cadere nel commerciale unicamente per ottenere una pubblicazione.
E poi, il tempo. Fra gli emergenti non esistono scrittori a tempo pieno, e il tempo per la scrittura viene spesso rilegato in pochi minuti ed è un vero peccato. Personalmente, trovare almeno mezz’ora al giorno per scrivere è una immensa sfida.
Autori e/o generi preferiti?
Amo leggere di tutto, dai grandi classici della letteratura (adoro D.H. Lawrence, L’amante di lady Chatterley, per intenderci…) ai grandi classici moderni, quindi Ken Follett, Stephen King, Isabel Allende. Un miscuglio di generi. Amo anche soprattutto le prime opere di Clara Sanchez e Tracy Chevalier, Sara Rattaro ma potrei continuare all’infinito…
Forse è più veloce dire cosa non leggo: non mi piace la saggistica in generale e come genere di romanzo non leggo rosa ed erotico.
Quali sono i suoi progetti futuri per la scrittura?
Ho un paio di lavori in sospeso sul desktop del computer: un romanzo dello stesso stile dei precedenti e una breve storia autobiografica, ricca di emozioni e sentimento ma il mio tempo libero a disposizione per la scrittura è davvero poco, attualmente quasi nullo. Ma ce la farò, lo prometto.
