Recensione “The heart principle – L’ipotenusa dell’amore” di Helen Hoang

Quando la violinista Anna Sun raggiunge accidentalmente il successo di carriera con un video virale su YouTube, si ritrova incapace ed esausta a causa dei tentativi di replicare quel momento. E quando il fidanzato di lunga data annuncia che vuole una relazione aperta prima di prendere un impegno definitivo, Anna, ferita e arrabbiata, decide che se lui vuole veramente una relazione aperta, allora lo farà anche lei. Traduzione: si imbarcherà in una serie di avventure di una notte. Più gli uomini sono inaccettabili e meglio è. È qui che entra in gioco Quan Diep, tatuato e motociclista. Il loro primo tentativo fallisce, così come il secondo e il terzo, perché stare con Quan è qualcosa di più che sesso: accetta Anna a un livello incondizionato che lei stessa ha appena cominciato a capire. Tuttavia, quando una tragedia colpisce la sua famiglia, Anna è costretta ad assumere un ruolo per il quale non si sente affatto adatta, finché il peso delle aspettative in lei riposte non minaccia di distruggerla. Sarà allora che Anna e Quan dovranno lottare per la possibilità di amare, e per farlo dovranno combattere anche per sé stessi.

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Titolo: The heart principle – L’ipotenusa dell’amore
Autore: Helen Hoag
Editore: Leggereditore Fanucci
Genere: Romance
Data pubblicazione: 21 Febbraio 2023
Voto: 2/5

Classificazione: 2 su 5.

Cartaceo -> 14,90€ | Ebook -> 7,99€

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Recensione

Altro giro altra corsa con Helen Hoang. Che dire, mi aspettavo un libro diverso. Non che non mi sia piaciuto, per carità, anche perchè quando uno scrittore mette tutto se stesso in un’opera si percepisce, e l’effetto che fa leggendolo è innegabile. Si sente che la Hoang ha scritto questo romanzo con il cuore e che ci sono frammenti di lei incastonati nell’anima forte e coraggiosa, ma anche incredibilmente fragile, di Anna, la protagonista. Tuttavia, questo libro mi ha convinto di meno che The bride test; è più doloroso, amaro e fa arrabbiare un sacco di più. Ma non è per questo che il mio pensiero a riguardo verte sul negativo, più che sul positivo. Andiamo con ordine.

Anna è una musicista eccezionale che h a raggiunto la fama grazie a un video dove suona il suo violino in modo meraviglioso. Peccato che, adesso, proprio non riesce a imbracciarlo nuovamente e darsi da fare. Perchè? Non ne ha idea. Proprio per scoprirlo si reca da una terapista, anche perchè le stanno andando tutte male. Non solo non riesce più a suonare, ma il suo ragazzo (brutto maledetto, mannaggia che gli farei) le ha proposto una relazione aperta perchè “prima di sposarti voglio essere sicuro al cento per cento che sei la donna per me, e posso scoprirlo solo inzuppando il biscotto in altre tazze di latte”. Stendiamo un velo pietoso.
Comunque, il responso della terapista è il seguente: Anna è affetta da una lieve forma di autismo, che la rende quel che la sua famiglia ritiene testarda, difficile, sbagliata. Quel che per anni l’ha bloccata e l’ha fatta sentire un pezzo in più del puzzle.

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Una diagnosi da adulti non è una passeggiata. Ti fa rivalutare tutta la tua vita con le lacrime agli occhi, domandandoti quanto le cose sarebbero potute cambiare se soltanto avessi saputo. Anna si ritrova a dover far quadrare nuovamente la sua intera esistenza dopo una rivelazione che la colloca su una strada dissestata: quella dell’accettazione di se stessi.

Quan, invece, è un uomo con un passato doloroso alle spalle, che l’ha messo alla prova e l’ha profondamente cambiato. Dopo aver vissuto certe cose, non si sente più lo stesso, si vede come inadatto e poco sicuro di chi è, nonostante i tatuaggi e la moto e il volto da latin lover. Quando si iscrive all’app di incontri per concedersi nuovamente all’amore, non si aspettava di certo di trovare una persona come Anna dall’altro capo della linea. Una che, per farla pagare al fidanzato, si è imposta di seguire le sue orme e provare a compiacere il suo bisogno di essere membro di una coppia aperta, ma che non sa accontentarsi della storia di una notte.

Quan e Anna sono due persone molto simili eppure infinitamente diverse, con delle backstories alle spalle che fanno pizzicare gli occhi e chiudere la gola. Il Lui e la Lei di The heart principle sono anime rotte, fatte a pezzi, che riescono a crearne una sola ricucendosi insieme. Tutti e due sensibili e alle prese con faccende più grandi di loro, si tengono per mano sulla strada della crescita, della maturazione e dell’accettazione. Non solo hanno una storia d’amore insieme, ma ne coltivano una singola con se stessi, che li conduce a prendere padronanza della propria vita e reagire alle difficoltà rinascendo dalle ceneri come l’araba fenice (qui Harry Potter mi viene sempre in mente, come se questo animale mitico non fosse mai esistito prima della Rowling. E ovviamente le cose non stanno così).

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Questa è una storia d’amore che fa male leggere, impossibile dire altrimenti. Appassionante per il corso degli eventi e sicuramente ricca di spunti di riflessione, ma non ha saputo convincermi a pieno. Forse per la scrittura della Hoang, che non fa per me perchè troppo semplice e trasparente, priva di quella verve necessaria a catturare la mia attenzione. Mi piace che sia così aderente alla realtà, ma si perde molto di quel che di bello ha questo libro: avere dei protagonisti atipici. Questo lato interessante viene cancellato dal fatto che non si abbia accesso alla linfa delle loro riflessioni interiori più pure, alle sfumature di quanto dicono o provano. Nulla viene lasciato inespresso, ma al contempo è come se non si riuscisse mai a toccare con mano il fulcro dei personaggi, come se le parole stampate su carta non riuscissero a trasmettere quell’immediatezza e verità che una scrittura del genere suggerisce. Peccato.

I protagonisti sono un altro punto dolente. Se Quan si dimostra adorabile e costituisce un rischio crush molto alto, Anna non mi ha saputo prendere. Mi piace che sia una donna forte e caparbia, ma smentisce queste sue caratteristiche troppe volte, all’interno del libro. Non parla chiaro, non dà voce alla sua interiorità e si lascia vivere spesso, senza prendere il toro per le corna quando soffre o se desidera qualcosa. Ho letteralmente odiato la sua famiglia e la sorella, il modo in cui pilotano la vita della ragazza senza lasciarle lo spazio per prendere le sue decisioni e ragionare con la sua testa. Una massa di pretenziosi, sterili personaggi con un sasso al posto del cuore, che le remano contro quando Anna cerca di accettare se stessa. Nessun comprimario mi è balzato tanto all’occhio da farsi ricordare, purtroppo.

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Ora, un altro appunto da fare, ma andandoci con i piedi di piombo, è la tematica del libro. Io dovrei essere l’ultima a parlare: nei miei racconti e romanzi non manca mai l’argomento bullismo, ad esempio, proprio non riesco a scollarmene. Eppure, mi trovo costretta a sottolineare come, su tre libri che ha pubblicato, la Hoang tratti sempre di autismo. Badate bene, non è che è un problema, né lo considero sbagliato. Solo che, rimanendo troppo ferma su un certo tipo di personaggio e fossilizzandosi sulla tematica di questo genere di disturbo, l’autrice si priva della possibilità di spaziare e arricchire il suo curriculum letterario. Temo che la Hoang trascuri certi lati della sua scrittura per mantenersi salda su altri. Mi piacerebbe vederla trattare di una gamma più variegata di argomenti, personaggi e situazioni. Comprendo che, essendo lei stessa lievemente autistica, la scrittrice ritenga importante parlare di questo disturbo anche nelle sue opere, e mai mi troverà più d’accordo con la sua scelta. Solo che, proprio per affrontare la tematica sotto luci diverse, potrebbe tentare di sperimentare e non riservare il ruolo di protagonista in una storia d’amore a un ragazzo o a una ragazza che soffre di questo disturbo. Che so, magari inserire un comprimario, un parente, un amico, un professore o un vicino di casa con questa caratteristica potrebbe dare una nuova chiave di lettura ai suoi romanzi, e aiutare tutti i lettori a empatizzare con un personaggio simile ritrovandocisi di più. Non so.

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Quella di Anna e Quan è comunque un’avventura toccante che può coinvolgere molti amanti del genere. La consiglio a chi adora i libri della Hoang e a chi vuole leggere una storia di amore e riscatto con un retrogusto amaro. A me, purtroppo non ha convinto. Vediamo se con il prossimo romanzo avrò più fortuna.

Voto: 2/5

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. gioacchinosavarese ha detto:

    LE DONNE SONO TUTTE ZOCCOLE!!!

    Piace a 1 persona

    1. Muaty ha detto:

      Ma no 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣😂

      "Mi piace"

      1. Chiara Cionco ha detto:

        C’è qualche problema?

        Piace a 1 persona

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