Recensione “Il flauto magico” di Hendrik Lambertus

Per il diciassettenne Tim, un sogno diventa realtà: viene accettato dal prestigioso collegio Mozart per studiare canto! Ma una volta lì, la nuova e impegnativa vita scolastica non è l’unica sfida che si ritrova ad affrontare: guidato da misteriosi spiriti di luce, trova un passaggio segreto per il favoloso mondo del Flauto magico di Mozart. Qui, nel ruolo del principe Tamino, unisce le forze con Papageno per salvare la principessa Pamina dall’eterna oscurità della Regina della Notte. La famosissima opera di Mozart in un adattamento fantasy.

Titolo: Il flauto magico
Autore: Hendrik Lambertus
Editore: Fanucci
Genere: Retelling, Fantasym Young Adult
Data pubblicazione: 20 Gennaio 2023
Voto: 4/5

Classificazione: 4 su 5.

Cartaceo -> 14,90€ | Ebook -> 9,99€

Recensione

Ben tornati a tutti lettori, oggi sono qui e vi giuro, mi prudono le mani dall’emozione di scrivere questa recensione. Metto le mani avanti per farvi capire il mio attuale stato d’animo: sono una cantante lirica, con tanto di lauree prese in Conservatorio e un’amante sfegatata dei libri (come ormai avrete ben capito). Questo connubio comporta che alla pubblicazione da parte di Fanucci de “Il flauto magico” di Hendrik Lambertus io sia andata in iperventilazione. Per chi conosce o ha sentito nominare Mozart (Wolfgang Amadeus, mentre Leopold è il padre), forse saprà che tra le sue varie composizioni musicali vi è “Die Zauberflöte” tradotto in italiano proprio come “Il flauto magico”. Un Singspiel (genere operistico caratterizzato dall’alternanza di parti recitate e parti cantate) in due atti musicato  nel 1791, su libretto di Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke. Per farvi capire meglio di cosa sto parlando vi lascio qui di seguito una delle più famose arie di tutta l’opera lirica cantata dal personaggio della Königin der Nacht (Regina della Notte) in questa esecuzione esemplare del Soprano tedesco Diana Damrau alla Royal Opera House di Londra.

L’autore ha quindi preso la storia del Flauto Magico di Mozart scrivendone un Retelling con i fiocchi, il cui protagonista Tim viene ammesso al prestigioso Collegio Mozart, la stesso luogo dove aveva studiato a suo tempo il padre. Tim ha un sogno, diventare un grande cantante lirico e girare il mondo calcando i più grandi palcoscenici. Qui è convinto di trovare finalmente un ambiente a misura per lui, circondato da altri studenti amanti della musica smettendo finalmente di essere il ragazzo solitario costretto a stare in un angolo mentre sfoglia i suoi spartiti. Ammetto che questo scorcio iniziale mi abbia non poco fatta emozionare, sembra una cosa banale, ma chiunque sia stato ammesso a studiare il Conservatorio, sa bene quanto esso rappresenti un mondo a parte rispetto a qualsiasi altra scuola. Finalmente sei circondato da altri studenti con la tua medesima passione (o ossessione), non sei più il compagno di classe additato come strano perché ascolta o studia musica definita “per vecchi”. La sensazione che si prova varcando quella porta, è quella di sentirsi finalmente a casa e avere degli interlocutori che parlino la tua medesima lingua. Una sensazione impagabile!

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Torniamo a Tim, entra nella nuova scuola ad anno scolastico inoltrato a causa della malattia del padre, venuto a mancare poco prima del suo arrivo. Ma in punto di morte riceve dallo stesso una bellissima edizione illustrata dello spartito in vocal score (canto e pianoforte) de Il Flauto Magico di Mozart. Edizione da collezione e piena zeppa di note scritte a matita dal padre il quale riferisce al figlio come quello spartito appartenga alla scuola e solo Tim possa rimetterlo al proprio posto. Il luogo di destinazione è stato disegnato dal padre del libro stesso e Tim dovrà trovarlo da solo.

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Che cosa ci azzecchi l’Accademia Mozart con il Flauto magico? Assolutamente nulla. Il mondo in cui la storia prenderà vita è raggiungibile solo alle 3 di notte e solo da Tim stesso. Qui incontrerà Pamina e la madre La Regina della Notte, Sarastro Sacerdote del Regno della saggezza, Monostatos, le tre Dame al servizio della Regina e Papageno, l’uccellatore alla disperata ricerca della sua Papagena, La storia che già conosciamo sarà vissuta in prima persona ma la magia ha un timer in scadenza e ogni singola volta in cui Tim dovrà aiutare chi lo circonda, verrà risucchiato alla realtà e costretto a vivere un’altra intera giornata nell’attesa di poter tornare ad aiutare i nuovi amici. Una storia originale? Assolutamente sì, nota dolente? Ad essere onesta una sola, di cui mi rendo pienamente conto essere causata solamente dai miei studi specifici a riguardo. Ogni singola citazione del libretto dell’opera o dei personaggi è assolutamente perfetta, ciò che invece è un pochino superficiale riguarda il Collegio musicale frequentato da Tim. L’idea in sé dell’Accademia di musica è molto originale, assolutamente ammirabile e resa veramente molto bene. Ma nella fase in cui la si doveva rendere concreta purtroppo, ciò è stato fatto in maniera poco approfondita e realistica. La discrepanza è palese all’occhio di un musicista (mentre potrebbe non esserlo per tutti gli altri), in quanto invece la parte musicale, drammaturgica e letteraria invece è assolutamente perfetta. La parti in cui Tim frequenta le lezioni sono praticamente inesistenti, facendo perdere al lettore la possibilità di annusare l’aria che si respira in un Conservatorio, inoltre le poche volte in cui Tim è chiamato a cantare (studia canto) di fronte ai suoi compagni esegue sempre musica che non viene studiata in un Conservatorio (Bocelli, Mariah Carey), inserendo una pecca del tutto fuori luogo. Un vero peccato, sarebbe bastato che l’autore citasse un paio di Arie dal Repertorio operistico per scrivere un romanzo realistico dal punto di vista dell’Accademia musicale e drammaturgicamente corretto (come invece è) per quanto riguarda la parte de Il Flauto Magico di Mozart. Detto ciò come anticipato pocanzi, mi rendo conto come questa grossolana imprecisione possa essere del tutto irrilevante per chi non faccia parte del mondo della musica colta, ma dall’altro lato non potevo esimermi dal sottolinearla facendo io parte di questo mondo.

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Voto 4/5 (da musicista), voto pieno se non la fossi. Ringrazio ovviamente Fanucci per la possibilità che mi ha dato anche questa volta di leggere una loro nuova uscita e ringrazio l’autore per l’opportunità che ha dato a noi musicisti di leggere un Fantasy con ambientazione presa da un libretto d’opera, una coccola che per noi rappresenta moltissimo.

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2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    solo a me il plot che hai messo mi ricorda la storia dello Schiaccianoci?

    Piace a 1 persona

    1. Muaty ha detto:

      In parte hai ragione, poi in realtà è la storia del Flauto magico vera e propria

      "Mi piace"

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