Recensione “Mille splendidi soli” Khaled Hosseini

Titolo: Mille splendidi soli

Autore: Khaled Hosseini

Editore: Piemme

Genere: Narrativa conteporanea

Data pubblicazione: 10 Giugno 2014

Voto: 5/5

Cartaceo: 11,90€ | Ebook: 7,99€


Sinossi

A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua “kolba” di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l’arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una “harami”, una bastarda, e sarebbe un’umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L’unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell’aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall’intreccio di due destini, una storia che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l’amicizia e l’amore sembrano ancora l’unica salvezza.

Recensione

Il libro di cui vi parlo oggi è: Mille splendidi soli, pubblicato nel 2007 da Edizioni Piemme Spa e tradotto da Isabella Vaj. L’autore di questo romanzo è Khaled Hosseini, già conosciuto grazie al romanzo “il cacciatore di aquiloni” che, dalla pubblicazione, diventò uno straordinario caso editoriale tradotto in trenta paesi. Lo scrittore è nato a Kabul nel 1965 ma nel 1980 si trasferisce negli USA, dove tutt’ora abita con la moglie e i figli.

Il genere di libro è un romanzo “storico”, l’argomento principale è la situazione delle donne Occidentali ai tempi della guerra (parliamo degli anni che vanno dalla fine del ‘900 ad oggi) non molto lontana dai tempi nostri. Il libro parla di due figure femminili molto diverse fra loro, eppure così simili…

Mariam, una ragazza che abita confinata su una collina insieme alla madre, è una figlia illegittima, una harami (bastarda). Si perché Nana, sua madre, ha avuto Mariam da un uomo già sposato con tre mogli e questo è un disonore. La piccola harami è quindi obbligata a nascondersi. Nonostante questo Jalill, padre di Mariam, va a trovarla ogni settimana, raccontandole le bellezze del mondo oltre la collina, le parla degli altri dieci figli (fratelli di Mariam) legittimi e le porta un sacco di regali. Ma questo a Mariam non basta: lei vuole scoprire il mondo che c’è fuori e proprio quando decide di infrangere le regole, ecco che le cose iniziano a mettersi peggio..

Layla invece è una ragazzina che abita insieme ai genitori ed ha due fratelli più grandi. Ma Layla di loro non si ricorda nemmeno il viso, perché da quando aveva Due anni, loro sono andati a combattere in guerra. Per lei il suo unico fratello è Tariq, il suo migliore amico, colui che la difende dal mondo. Ma quando una sera qualcuno bussa alla porta e rivela che i suoi fratelli sono morti, ecco che anche per lei le cose cambiano..

Quale sarà il dominatore comune tra queste due protagoniste?

Due femmine diverse, una forte e l’altra debole, una combattiva e l’altra passiva, anche se a volte i loro caratteri si scambiano.

In questo libro, Hosseini vuole far conoscere un pezzo di storia molto sconosciuto, soprattutto vuole far vedere come le donne occidentali valgano meno di una formica. Ma oltre a questo fa capire che, nonostante noi donne siamo etichettate per essere invidiose tra noi, se ci uniamo siamo più forti della tempesta.

La scrittura è abbastanza semplice ( anche se avrei introdotto la definizione delle parole in arabo dato che ne usa tante e non vengono spiegate) e il testo scorre molto piacevolmente. Nonostante il libro tratti dei periodi lunghi (anni), è molto riduttivo e semplice da capire e infine, il lessico è molto semplice.

Passiamo ora alla mia opinione inerente al romanzo: cosa mi è piaciuto? Tutto! Mi è piaciuto come è stato scritto, semplice e fluido. Ho amato la storia in sé, Hosseini è stato in grado di mettere insieme la forza e, allo stesso tempo, la debolezza dei personaggi. Viene raccontata la realtà di ciò che è stato e di ciò che è tutt’ora e io personalmente, ho scoperto una parte di storia di cui ero ignara. Tramite il racconto lo scrittore è in grado di far conoscere anche la cultura occidentale, cosa ottima a mio parere, dato che quest’ultima è sempre condannata dai pregiudizi. È come se prima fa vedere il marcio e poi, piacevolmente, ti fa capire che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Infine, ho alprezzato come ha gestito i conflitti e la solidarietà femminile, cosa molto difficile.

Non ho trovato difetti da sottolineare in quento secondo me, questo libro è un capolavoro. L’unica cosa che mi sento di dire è che, se siete facilmente impressionabili meglio che non lo leggiate. Per il resto, consiglio vivamente a tutti.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. illettorecurioso ha detto:

    Concordo, un vero capolavoro!!

    Piace a 1 persona

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